Che quando Rusulè addiventò la patrona di Palemmo, la prima cosa che fece fu 'u trasloco:
Tunni, tirati stu carrietto ca canciamo casa, andiamo a stare tutti alla Cattedrale.
Mi raccumannu non pigghiate scaffe.
E idda si purtò a cruozza, la jaggia con l'aceddo, na para di tuniche di ricambio, a pignata pi cuociri a trippa alla lievitana.
Appena mise piede in Cattedrale, non perse tempo, salì sulla cupola e ce lo disse a tutti che ora c'era lei.
Palermo Rusulè, Nuova Gestione.
Da oggi, cumannu io.
Come fu e come non fu, lungo il Cassaro si videro quattro fimmine arraggiate che protestavano, Vergogna, Vergogna. Erano le ex-patrone di Palermo, oramai a spasso, che c'era Rusulè a proteggere i palemmitani.
E il tunno ce lo disse, Curò, itivinni ai quattro canti.
E idde - Cristina, Agata, Ninfa e Oliva -, ancora lì sono. Non le guarda nessuno ed è meglio che a queste non si ci domannano miracoli, che per sfreggio, tu ci addumanni di farti passare una malatia e idde ci fanno sbagliare i medicinali al farmacista.
Giorgio D'Amato